È un parco di 110.000 mq tra i più amati dai romani, aperto al pubblico nel 1928.
Si estende tra l’area del Colosseo e quella delle Terme di Caracalla, uno dei due ingressi è a pochi passi dalla Chiesa di Santa Maria in Domnica e dalla Fontana della Navicella sul Colle Celio.
Durante tutto il Medioevo e fino al Rinascimento il terreno era adibito a vigna e orto di proprietà della famiglia Paluzzelli. A metà Cinquecento il nobile e potente Giacomo Mattei la acquistò per farne dono a sua figlia Claudia sposa del cugino Ciriaco Mattei, uno dei più grandi collezionisti d’arte dell’epoca. Fu proprio quest’ultimo ad erigere il Casino e adornare il suo immenso giardino con molte fontane e sculture.
Sebbene molte statue siano state vendute nel corso dei secoli, il parco ha ancora oggi l’aspetto di un museo archeologico a cielo aperto, nei viali si incontrano numerosi reperti: colonne, capitelli, vasi, basamenti e persino un obelisco egizio. Sul finire del XVI secolo, infatti, il Senato donò al Duca Ciriaco un obelisco che giaceva, da oltre cento anni, nelle immediate vicinanze di S.Maria in Aracoeli sul Campidoglio. L’antico reperto faceva coppia con un altro (ora in Piazza della Rotonda davanti al Pantheon), entrambi, risalenti al periodo del regno del faraone Ramsete II, provenivano dal Tempio di Ra a Eliopoli. Quello che oggi vediamo nella villa alla fine di un vialetto a pochi metri a destra dell’ingresso di Piazza della Navicella, è solo la parte superiore dell’obelisco (2,68 m), il resto è frutto di un restauro del 1820, anno in cui fu sistemato al centro di una piazzola e accompagnato da due enormi vasi di terracotta.
Tornando sul viale principale si incontra il Casino o Palazzetto Mattei sede, dal 1926, della Società Geografia Italiana e della relativa biblioteca, la più grande del settore. Il suo patrimonio vanta 400.000 volumi, 50.000 carte geografiche moderne, mappe e atlanti dal XV al XIX secolo, 2000 preziosi pezzi provenienti dalla Cina e dal Giappone e un ricco archivio fotografico.
Nel 1804 Giuseppe, ultimo discendente dei Mattei di Giove cedette la villa all’arciduchessa Maria Anna d’Austria. Da allora il parco conobbe molte modifiche e altri proprietari l’ultimo dei quali, il barone tedesco Richard Hoffmann fece costruire un tempietto in stile neogotico addossandolo al muro di cinta presso l’ingresso di Piazza SS. Giovanni e Paolo.
Al termine della Prima Guerra Mondiale la villa fu confiscata dallo Stato italiano in quanto bene appartenente a famiglia di Paese nemico.
Nel 1926 divenne proprietà del Comune di Roma.
Da marzo 2013 a giugno 2014 il Dipartimento Ambiente Verde Pubblico ha realizzato il restauro ambientale di buona parte del parco.