L’annuncio, dato da Carolyn Christov Bakargiev, direttrice del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, è arrivato il 7 luglio, durante una conferenza. A partire dal 2 gennaio 2019 la Collezione Cerruti sarà aperta al pubblico e diventerà parte dell’esposizione permanente del museo.
La collezione, descritta da Artribune come una delle migliori in Europa, vanta quasi trecento opere scultoree e pittoriche, nonché più di trecento mobili e arredi. Dal Medioevo all’arte contemporanea, da Pontormo a Balla, passando per Gaddi, De Chirico, Modigliani, Klee, Kandinskij, Renoir, Piffetti e non solo. Ad arricchire la lista anche libri antichi di finissima fattura, come l’Atlas Maior di Joan Blaeu o un libro devozionale con copertina smaltata e tempestata di smeraldi.
Libri, una scelta che rispecchia la vita personale del collezionista.
Federico Cerruti, nato a Genova nel 1922 e scomparso nel 2015 a Torino, a novantatré anni, era un uomo dedito al lavoro e schivo, ma con un grande gusto artistico.
Ereditò la legatoria di famiglia e la rese una delle più famose d’Italia, arrivando ad ottenere un contratto per gli elenchi telefonici del Paese. E proprio in una stanza sopra il suo ufficio il ragionier Cerruti passava le notti, lontano dalla sua collezione, che si trovava invece al sicuro nella sua villa. Si racconta che il collezionista abbia trascorso nella sua camera da letto, tra il Sassetta, Paolo Veneziano e Simone de’ Crocefissi, una sola notte in cinquant’anni e che al suo risveglio sia stato colto da un senso di agitazione paragonabile alla sindrome di Stendhal.
L’ammirazione che Cerruti provava verso i maestri del passato era un sentimento profondo e intimo. Sceglieva ogni opera non per periodo storico, stile o autore, ma per gusto personale, andando così a comporre quasi un ritratto di sé e della sua famiglia. È comprensibile dunque il motivo per cui era restio a dividere la sua collezione, anche solo per un’esposizione temporanea, o a metterla in mostra in maniera pomposa.
Un aneddoto su tutti ben rappresenta la sua visione: si dice che quando il Getty Museum di Los Angeles gli offrì una cifra considerevole per le opere di Batoni, Cerruti rispose: “Va bene, ma quando non avrò più i Batoni, che me ne faccio dei soldi?”.
Nonostante l’imprenditore, quand’era in vita, abbia mostrato il suo tesoro a pochi eletti in grado di apprezzarlo a pieno, il suo desiderio era quello di condividerlo. Con questo intento costituì la Fondazione Francesco Federico Cerruti che, alla sua morte, ha preso in consegna la collezione.
Grazie all’accordo tra la fondazione e il Castello di Rivoli, presto la Collezione Cerruti sarà accessibile al pubblico, ma rimarrà nella villa del collezionista e sarà collegata al museo tramite una navetta. Le volontà di Cerruti saranno rispettate: tutti potremo ammirare la sua collezione nella sua interezza e secondo la disposizione che egli stesso aveva pensato.
Link di riferimento: www.castellodirivoli.org/collezione-cerruti