Dal 9 febbraio al 16 giugno 2019, i Musei San Domenico ospitano Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini, una grande e inedita mostra, curata da Fernando Mazzocca e Francesco Leone, illustra un periodo storico caratterizzato da speranze e turbamenti di cui l’arte si è fatta narratrice.

L’Unità di Italia è il punto di partenza e l’inizio della Grande Guerra quello d’arrivo. Durante questo arco di tempo si sono susseguiti, incontrati e intrecciati alcuni tra i più importanti, e determinanti, movimenti della storia dell’arte. Dal tramonto del Romanticismo alla rivoluzione macchiaiola e divisionista, passando per il Realismo, l’eclettismo storicista e il Simbolismo, ne consegue un mosaico di opere vario e differenziato, sia per temi che per tecniche. Se in letteratura c’erano Carducci, Pascoli e Gozzano e in musica Verdi, Puccini e Mascagni, nell’arte vi erano gli Hayez, i fratelli Induno, Fattori, Lega, Boldini, Previati, Pellizza da Volpedo, Balla e Boccioni, solo per citarne alcuni.
Dieci sezioni presentano alcuni capolavori difficilmente trasportabili e per questo non sempre disponibili come La distruzione del Tempio di Gerusalemme di Hayez, I funerali di Britannico di Muzzioli, Lo staffato di Fattori, L’Alzaia di Signorini, La lettura sul mare di Corcos, Lo specchio della vita di Pellizza da Volpedo e Le due madri di Segantini. In tal modo più generi vengono messi a confronto sia direttamente- Le due personalità guida nell’approfondimento storico-artistico che offre l’esposizione sono Hayez, il primo e l’ultimo dei romantici, e Segantini che nella seconda metà del secolo ha rinnovato la propria ricerca espressiva abbandonando la figurazione di soggetto storico per lasciarsi al dialogo intimo con la natura.
Dieci sezioni presentano alcuni capolavori difficilmente trasportabili e per questo non sempre disponibili come La distruzione del Tempio di Gerusalemme di Hayez, I funerali di Britannico di Muzzioli, Lo staffato di Fattori, L’Alzaia di Signorini, La lettura sul mare di Corcos, Lo specchio della vita di Pellizza da Volpedo e Le due madri di Segantini. In tal modo più generi vengono messi a confronto sia direttamente- Le due personalità guida nell’approfondimento storico-artistico che offre l’esposizione sono Hayez, il primo e l’ultimo dei romantici, e Segantini che nella seconda metà del secolo ha rinnovato la propria ricerca espressiva abbandonando la figurazione di soggetto storico per lasciarsi al dialogo intimo con la natura.
Non solo grandi nomi ma anche artisti inspiegabilmente trascurati o dimenticati, non solo pittura ma anche scultura con Cecioni, Butti, Monteverde, Gemito, Bistolfi, Canonica e Troubetzkoy, per offrire al pubblico una visione quanto più possibile complessiva. Non è un caso infatti che la mostra si pone come ideale continuazione di una serie di esposizioni, promosse e organizzate dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, che nel corso degli anni ha cercato d’illuminare dall’interno un periodo particolarmente significativo della storia dell’arte. Si ricordino, a titolo di esempio, le monografiche dedicate a Silvestro Lega (2007) e Boldini (2015) o le tematiche sul Novecento (2013) o sul Liberty (2014).
Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini
dal 9 Febbraio 2019 al 16 Giugno 2019
Forlì
Musei San Domenico
Piazza Guido da Montefeltro 12