L’esposizione, la più completa che sia mai stata realizzata dedicata a Giovan Battista Moroni, presenta oltre 100 opere tra disegni, libri, medaglie, armature, ma soprattutto dipinti provenienti da prestigiosi musei internazionali quali la National Gallery di Londra, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, Gemäldegalerie – Staatliche Museen di Berlino, il Musée du Louvre, il Museo Nacional del Prado, la National Gallery of Art di Washington e il Philadelphia Museum of Art.
Alle opere di Moroni si affiancano importanti testimonianze figurative di Lotto, Moretto, Savoldo, Anthonis Mor, Tiziano, Veronese e Tintoretto.
La mostra è suddivisa in nove temi, ciascuno dedicato ad un aspetto della produzione artistica del pittore lombardo. Il percorso inizia con la conoscenza della figura di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, il maestro di Moroni, di cui verranno esposti due quadri, la Pala di Sant’Andrea e San Paolo caduto da cavallo. A partire dall’inizio degli anni ’40 del Cinquecento, Moroni è documentato nella bottega bresciana del Moretto ed è proprio qui che inizia a raccogliere appunti che andranno a costituire un taccuino di disegni, ricostruito in occasione della mostra.
Segue un approfondimento sul contesto trentino della metà del Cinquecento a partire dal Ritratto di Cristoforo Madruzzo, il Principe-Vescovo di Trento dipinto da Tiziano nel 1552. Segue la comparazione tra il Ritratto di Alessandro Vittoria, scultore trentino, con il Ritratto di Giulio Romano di Tiziano. Chiude la sezione la cosiddetta Pala dei Dottori, un’opera pubblica commissionata al Moroni dalla corporazione dei legali e dei dottori per il proprio altare nella basilica di Santa Maria Maggiore, all’epoca sede delle sedute conciliari.
Moroni dedica un’ampia parte della sua carriera alla ritrattistica. Una delle sezioni della mostra espone i ritratti del potere, in particolare è possibile ammirare i ritratti di Tiziano e Tintoretto, in grado di valorizzare lo status del personaggio perdendone di vista le specificità individuali, in contrasto con quelli realizzati da Moroni che, nonostante fossero nati con lo scopo esplicito di esaltare il loro ruolo pubblico, non ha potuto fare a meno di restituirci l’aspetto umano. Esemplare in questo contesto “Ritratto di un Podestà” del 1560-65 proveniente dall’ Accademia Carrara di Bergamo.
La sezione successiva, dedicata ai ritratti al naturale, indaga un aspetto dell’artista. Questo ritratto riproduce in maniera fedele, le persone immortalate nei quadri. Moroni, tendenzialmente, costruisce dei set di posa sempre uguali – come facevano i fotografi nell’Ottocento – concentrando l’attenzione dell’osservatore sulla testa, lo sguardo, la posa delle mani e i dettagli della moda.
Moroni dedica parte della sua produzione ai ritratti delle personalità del suo tempo, fra i quali spiccano la poetessa Isotta Brembati, gli aristocratici Prospero Alessandri, Giovan Gerolamo Grumelli e Gabriel de la Cueva (futuro Governatore di Milano) i cui ritratti saranno messi in dialogo con armi e armature, selezionati con lo scopo di creare una relazione diretta con i dipinti.
Viene, inoltre, approfondito il legame tra Lotto e Moretto che non si limita alla reciproca influenza artistica ma si tratta di un modo comune e originale di interpretare i tempi della Riforma cattolica. La scelta di esporre lo Stendardo delle Croci – parte della Collezione di Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, museo di riferimento per Moretto – e l’Elemosina di Sant’Antonino vuole mettere in evidenza la presenza di ritratti reali, l’establishment della Chiesa bresciana nel primo caso, anonimi poveri e diseredati nel secondo.
Su questi modelli Moroni continuerà a produrre immagini destinate a una Diocesi fedele ai dettami del Concilio di Trento: in questa sezione saranno messi in risalto i personaggi ritratti che hanno chiesto di entrare a far parte delle storie sacre illustrate nelle varie pale d’altare, oltre a opere pubbliche di Moroni.
Una sezione della mostra è dedicata alla preghiera che durante la Controriforma trova riscontro in numerosi dipinti. Nel caso di Moretto e Moroni il ruolo del personaggio ritratto diventa sempre più incombente nei dipinti dove è protagonista l’orazione mentale.
La mostra si chiude con Il Sarto, proveniente dalla National Gallery di Londra, considerato il dipinto più iconico di Moroni. Non è un caso che il personaggio sia stato ripreso mentre sta tagliando con la forbice un pezzo di stoffa tinta di nero, colore della moda europea del tempo. Da qui nasce l’idea di raccogliere ritratti della seconda metà del Cinquecento in grado di evidenziare la diffusione di abiti e cappelli, anche di fogge diverse.
Moroni (1521 – 1580). Il ritratto del suo tempo Dove Gallerie d’Italia – Milano, Museo di Intesa Sanpaolo Quando Dal 6 dicembre 2023 al 1 aprile 2024 Biglietti Intero 10 euro, Ridotto 8 euro, Ingresso gratuito per convenzionati, scuole, minori di 18 anni, Ridotto speciale 5 euro per under 26 e clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo Orari Dalle 9.30 alle 19.30; giovedì fino alle 22.30; lunedì: chiuso; ultimo ingresso un’ora prima della chiusura Informazioni http://www.gallerieditalia.com, milano@gallerieditalia.com, Numero Verde 800.167619 Curatori Simone Facchinetti e Arturo Galansino