La prima mostra che inaugura il nuovo corso – realizzata grazie alla collaborazione tra Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, Palazzo Gromo Losa s.r.l. in collaborazione con il Comune di Biella e Arthemisia.
Ospitata nelle due sedi di Palazzo Gromo Losa e Palazzo Ferrero – oltre a Banksy, Jago e TvBoy da cui prende il titolo – l’esposizione presenta anche altri artisti celebri e conosciuti a livello internazionale: da Liu Bolin, David LaChapelle, Takashi Murakami, Mr Brainwash, Obey fino ai noti italiani Angelo Accardi, LAIKA, Marco Lodola, MaPo, Laurina Paperina, PAU, Andrea Ravo Mattoni, Rizek e Giuseppe Veneziano.
L’esposizione rappresenta anche un’imperdibile occasione, per tanti visitatori, di conoscere meglio Biella, il suo verdeggiante territorio e la sua proposta gastronomica di eccellenza. Tra le realtà culturali di maggiore interesse vi sono il Ricetto di Candelo, il Santuario di Oropa e l’Oasi Zegna, meta ideale per poter trovare grandi spazi, attività e laboratori innovativi, e anche la celebre Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e l’imponente patrimonio di archeologia industriale.
La mostra
Partendo da Palazzo Gromo Losa, il percorso di mostra è introdotto dall’esposizione delle opere di Jago, giovane scultore italiano che qui presenta tra le altre Memoria si sé (2015), Taste of Liberty (2019), una delle sue opere più conosciute Habemus Hominem (2009-2016) e First Baby del 2019 anno in cui, in occasione della missione Beyond dell’ESA (European Space Agency), è il primo artista a inviare una scultura sulla Stazione Spaziale Internazionale.
A proseguire TvBoy, le sue opere sono caratterizzate da un forte realismo, i contorni delle figure sono riconoscibili. Immigrazione, violenza di genere, attenzione verso l’ambiente e le problematiche che derivano dall’immaginario in cui gli oggetti e le iconiche divengono simboli di un nuovo scenario contemporaneo. Tra i suoi numerosi lavori esposti Contemporary Adam (2021), Love in the time of Covid (2020), Venite avanti (2020) e The Fast Supper (2021).
David LaChapelle, fotografo statunitense è nella rosa dei dieci fotografi più importanti al mondo grazie ai suoi scatti surreali. Il suo lavoro è stato spesso descritto come barocco. La sua è una fotografia fortemente costruita: LaChapelle adora raccontare la modernità a modo suo, molto pop e senza intellettualismi. Le sue opere, che spaziano da ritratti di celebrità a scene fantastiche e oniriche, offrono un commento critico sulla cultura contemporanea. Nel caso dell’istrionico Rebirth of Venus (2009), in mostra, la sua poetica, critica sociale e culturale, mentre l’interesse emergente per la spiritualità si evince dall’opera The Holy family with St. Francis del 2019.
Liu Bolin è un artista cinese di fama internazionale, conosciuto per le sue performance di fotografia mimetica. Nato nella provincia dello Shandong nel 1973, appartiene a quella generazione artistica dei primi anni Novanta. Bolin rimane immobile, accuratamente dipinto, si integra nello spazio, sfugge alla vista, svanendo nel contesto alle sue spalle, scenari urbani di ogni tipo, oggetti, architetture. Ha fatto del camouflage la sua arte, camaleontici self-portrait, che sono un connubio perfetto di fotografia, installazione, performance e body painting. In mostra, Hiding in Italy, Colosseo n°1 dalla spinosa questione dell’immigrazione, della sequenza di scatti dal titolo “Shelves”, realizzata tra gli scaffali, colmi di merce, dei supermercati.
La mostra prosegue negli spazi di Palazzo Ferrero, prospicente a quello Gromo Losa. Qui troviamo le opere di Rizek, l’artista che con la cifra estremamente identitaria e viva dei suoi stencil. Inizia la sua attività nei primi anni 2000 a Roma, ispirandosi allo street artist inglese Banksy. La sua street art si caratterizza per l’uso del nero e rosso, colori dal forte impatto per creare opere immediate e incisive. Con la sua arte di strada, Rizek porta all’attenzione temi scomodi. Rappresenta una delle voci più critiche e provocatorie nel panorama street art italiano. Qui esposti Pietà, un inedito del 2017, Unrequired Love (2022) e Angel Red del 2021.
Con un percorso da artista visivo in costante evoluzione, Pau (frontman dei Negrita), in un dialogo tra il pop, l’Urban e la Street art, con la sua serie delle Santa Suerte, straordinario esercizio di tecnica mista Linocut e Retouche con acrilico, markers, penna a sfera e timbri, ritrae la Dea Bendata; una potente figura femminile che supera i confini della religione, proponendo un modello di forza che valica confini di spazio e tempo, consacrandosi come immortale.
Con l’uso delle bombolette e un intervento diretto sul muro: questo è lo straordinario modus operandi di Andrea Ravo Mattoni. La sua scelta di riprodurre i capolavori dell’arte, oltre a dimostrare un talento fuori dal comune. In mostra si possono ammirare due sue opere, Caravaggio. Ragazzo morso da un ramarro (2022) e Vermeer. Ragazza con l’orecchino di perla (2022).
Laika, il cui nome d’arte è un omaggio alla cagnetta che salì sullo Sputnik nel 1956, si definisce un’attacchina che pratica la riflessione e ne fa arte istantanea. Immediata e diretta, la sua produzione mette in risalto l’inquietudine sociale e il disagio interiore, che si trasformano in una denuncia visiva e politica di grande forza, come nel caso delle due opere in mostra Donna, Vita, Libertà, #nonunadimeno e Zapatos Rojos – Save Afghan Women. Yellow Burqa version.
A seguire il percorso un’immagine che non ha bisogno di presentazioni: tutto è speranza, Hope (2019) appunto, la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam realizzata da Obey che renderà memorabile la vittoria di Barack Obama, il primo afroamericano Presidente degli Stati Uniti d’America. L’artista non si è mai schierato apertamente dalla parte di Obama: è rimasto fedele al suo essere ribelle. Esposto qui anche un altro famoso manifesto di Obey, We, the people, are greater than fear (2017).
Giuseppe Veneziano è oggi uno dei principali artisti italiani della corrente new pop. Per Veneziano non c’è differenza tra messa in scena e realtà, elementi che tendono a mescolarsi e confondersi nell’odierna società mediatica. L’artista lavora sull’impatto dei suoi soggetti e sulla stratificazione emotiva che essi evocano in noi, da una striscia a fumetti o da una foto di cronaca.
MaPo realizza opere con i protagonisti di Walt Disney. Topolino e il Dom Perignon, Zio Paperone e American Express, Minnie e Dolce e Gabbana: in fondo sono tutti simboli del mercato globale e paradossalmente i prodotti “immaginari” sono alla portata di tutti, mentre quelli reali di pochissimi.
Mr. Brainwash, spesso accosta icone culturali e contemporanee come Marilyn Monroe in Stay Safe o Kate Moss. È fortemente influenzato da artisti pop come Andy Warhol e Keith Haring. Utilizzando e riutilizzando immagini e temi popolari presi in prestito da altri artisti famosi come in Mona Linesa (2009) o a esempio gli animali con palloncini d’acciaio di Jeff Koons come in Big City, Big Dreams – Red e in Big City, Big Dreams – Rosa e Throwing Man di Banksy in Because I’m worthless.
Laurina Paperina, figura ironica e irriverente, che prende di mira l’arte contemporanea. Le sue opere spesso affrontano temi come la politica internazionale, il consumismo sfrenato, la fama dei personaggi mediatici come si può vedere in Hungry Cookies (2020) e Scary movie del 2019. Attraverso il suo approccio dissacrante invita il pubblico a riflettere sui temi trattati.
Le storie controcorrente si susseguono rapide, immediate con le suggestioni del famoso artista giapponese Takashi Murakami, noto per le sue opere in stile superflat che mescolano influenze della tradizione artistica nipponica con elementi della cultura popolare e consumistica. Tra i personaggi iconici creati da Murakami vi sono il simpatico funghetto Mr. Dob, qui esposto E poi…white – Mr Dobe e il morbido fiore smiley, Flowerball e Flowers. Entrambi riflettono l’ossessione dei giapponesi per il kawaii ma anche la loro alienazione nel mondo dei consumi di massa.
Oltre a pittura e scultura, Murakami sperimenta vari media, come merchandising, video, animazione. Viene ribattezzato l’Andy Warhol giapponese per la sua attitudine imprenditoriale e l’ibridazione tra arte colta e cultura popolare. Oggi Murakami è uno degli artisti nipponici più influenti al mondo e continua a sondare ossessivamente il rapporto tra cultura underground e mainstream.
Le opere di Angelo Accardi illustrano visioni surreali della vita quotidiana su fondali realistici di paesaggi urbani. I suoi pezzi sono animati da immagini pittoriche della cultura pop nel corso dei secoli, che a loro volta rivelano ironicamente l’evoluzione del linguaggio visivo, come Blend e Misplaced. Accardi è sempre stato alla ricerca di nuove sensazioni nell’arte, e questa è stata una componente cruciale nello sviluppo del suo stile artistico unico.
Secondo Banksy, di cui sono esposti tredici opere, tra cui le famose Girl with baloon, Queen Vic, Because I’m worthless e Bomb Love, l’arte può essere usata come arma. Un muro è una grande arma. Le strade, i muri e i ponti delle città di tutto il mondo sono la sua tela, creando immagini spesso divertenti e sorprendenti con principi contro la guerra, anticapitalisti e anti-idolatria.
Nella visione globale e volutamente controcorrente raccontata da questa mostra, si inserisce la figura di Marco Lodola, l’artista della luce, noto per il suo stile unico, che fonde elementi della Pop Art, dell’Arte Povera e della Street Art. Le sculture presenti, posizionate in esterno a chiusura dell’esposizione, Anche mia mamma fa la spesa e Schermaglia, Lodola utilizza una grande varietà di tecniche e materiali, tra cui la pittura acrilica, la ceramica, la scultura e l’installazione. Il linguaggio e i contorni delle sue opere sono caratterizzati da una forte attenzione alle forme, ai colori e alle linee sinuose e fluide. Sue opere sono state esposte in spazi pubblici e gallerie di tutto il mondo. È considerato uno degli artisti italiani più originali nel panorama dell’arte cinetica e luminosa oggi.
Titolo BANKSY, JAGO, TVBOY e altre storie controcorrente Sedi espositive Palazzo Gromo Losa, Corso del Piazzo, 22/24 13900 - Biella (BI) Palazzo Ferrero, Corso del Piazzo, 29 13900 - Biella (BI) Apertura 21 ottobre 2023 – 1° aprile 2024 Orari di apertura Mercoledì e giovedì 15.00 - 19.00 Venerdì, sabato e domenica 10.00 - 19.00 Costo Intero € 13,00, Ridotto € 10,00 Info su orari, eventi e biglietti www.palazzogromolosa.it www.arthemisia.it T. +39 015 0991868 info@palazzogromolosa.it